Massimo Luciani, LADINITA’ NONESA PER DIRITTO costituzionale e comunitario

Massimo Luciani, LADINITA’ NONESA PER DIRITTO costituzionale e comunitario
€ 14,00
Il libro dei diritti  costituzionali e comunitari della Ladinità Nonesa

Il professore avvocato Massimo Luciani è docente di Diritto Costituzionale all’Università La Sapienza di Roma ed è avvocato specialista nel settore delle minoranze linguistiche a livello internazionale. Ha compiuto molti studi, non solo sulle minoranze linguistiche della Provincia e della Regione Trentino Alto Adige, ma anche sulle minoranze linguistiche della Valle D’Aosta e di altre regioni d’Italia. Ha pubblicato molti libri su questa tematica ed in particolare, essendo docente di diritto costituzionale, ha approfondito la straordinarietà della Costituzione Italiana in relazione agli articoli che garantiscono la tutela delle minoranze linguistiche in Italia.

Il professore Massimo Luciani è stato interpellato dall’onorevole avvocato, storico e poeta Sergio de Carneri con il quale egli ha avuto l’occasione di collaborare e di condurre attività professionali nella capitale. Infatti l’avvocato de Carneri è da sempre un grande sostenitore della minoranza linguistica Nònesa-ladina ed è stato proponente, presentatore del disegno di legge, poi diventata legge (negli anni in cui era alla Camera dei Deputati) che istituiva anche in Trentino Alto Adige il censimento sulle minoranze linguistiche.

Il professore Massimo Luciani ha espresso le sue posizioni a favore della minoranza linguistica Nònesa-ladina, ormai in via di riconoscimento, il cui iter però non è ancora completato. In questo profondo, dettagliato studio di carattere giuridico, costituzionale, storico ha approfondito le motivazioni per cui le Istituzioni devono procedere al riconoscimento della minoranza linguistica Nònesa-ladina, per la quale l’Associazione Rezia (Presidente Walter Clauser) sta lavorando e operando da più di vent’anni.

La legge dello stato del dicembre 1999 n.482 concede agli abitanti del Trentino e dell’Alto Adige il diritto di pronunciarsi con censimento sull’appartenenza ad una delle minoranze linguistiche previste dalla Costituzione nel nostro caso la minoranza linguistica di lingua Ladina. 

Nel 2001 ben il 18% in Valle di Non si dichiarò Ladino e nel 2011 nonostante l’ostruzionismo delle Istituzioni, non certo dei Comuni della Valle, la popolazione nònesa si dichiarò appartenente alla minoranza linguistica Ladina per il 25%., quindi un quarto circa della popolazione. Considerando anche alcune centinaia di nònesi che vivono a Trento e in altre zone, si può constatare che quasi diecimila nònesi si dichiararono Ladini, ma la procedura di riconoscimento non si è ancora conclusa.

La legge n.482 dello Stato Italiano, ben da quattordici anni, facendo riferimento al censimento del 2001, non è stata ancora rispettata.

Lo studio del dott. Luciani è precedente al 2011 ed è di estrema attualità, perché, per dimostrare la fondatezza e il diritto della minoranza linguistica Nònesa-ladina, fa riferimento alla legge n. 482 di  cui ho fatto cenno, ma anche ad altre garanzie e leggi alle quali dedica un capitoletto, in particolare all’articolo 3 e all’articolo 6 della Costituzione. Oltre ad approfondire la portata della legge 482, fa riferimento anche al Decreto Legge del 16 dicembre 1993 n. 592, che dedica ampio spazio alle garanzie delle minoranze linguistiche trentine, tra le quali ovviamente viene annoverata la lingua Nònesa-ladina. 

Molto interessanti anche gli approfondimenti sul fondamento storico della nostra minoranza, sulle caratteristiche sociologiche e di appartenenza, sulla dichiarazione di appartenenza volontaria alla minoranza linguistica.

Il suo è un interessante discorso storico, a partire dall’epoca dei Reti: il prof. Luciani fa riferimento ad un censimento effettuato dall’Impero Austro-Ungarico nel 1910 e, contrariamente a quanto afferma qualcuno prevenuto di qualche zona del Trentino, il prof. Luciani nel capitolo “Il gruppo linguistico Ladino insediato in Val di Non come minoranza linguistica” afferma quanto segue «la dichiarazione di appartenenza alle minoranze linguistica si presenta con la dichiarazione di volontà e non come dichiarazione di scienza; essa è insindacabile da chiunque quanto la sua veridicità ed è impugnabile soltanto adducendosi un vizio nella formulazione della volontà, dichiarata quale ad esempio la violenza, l’errore». Non occorre insomma essere linguisti o storici, basta avere il senso di appartenenza e la volontà, ma questo si aggiunge, come dichiara il prof. Luciani, all’entità storica, linguistica e sociologica della minoranza linguistica Ladina insediata in Valle di Non.

Dedica anche un capitoletto all’argomento sulla legittimità del trattamento giuridico attualmente riservato al gruppo linguistico ladino insediato in Valle di Non e anche sull’attuale vizio di disparità rispetto alle altre minoranze, e quindi sull’obbligatorietà da parte dell’Istituzione Provincia a prendere posizione e da parte della Commissione dei 12, insediata a Roma, alla quale è stata presentata la norma di attuazione dello Statuto della Provincia di Trento per il riconoscimento della minoranza linguistica Ladina in Val di Non.

Lo studio del prof. Luciani è di straordinaria portata di grande livello accademico e di grande inconfutabilità giuridica. Un grazie sentito va a lui da parte di noi tutti.

Caterina Dominici

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