Inno ai Patriarchi di Giacomo Leopardi o de’ principii del genere umano.

Caterina Dominici,
Inno ai Patriarchi o de’ principii del genere umano. Presentazione di Fabio Corvatta.
€ 19,00

La concezione dell’umanità, della storia, della natura, della civiltà, del male, dell’infelicità costituisce il fondamento dell’ispirazione dell’Inno ai Patriarchi, nel quale quella concezione trova ampio e approfondito svolgimento. Nell’Inno trovarono sistemazione i risultati delle approfondite e tormentate riflessioni del Leopardi sulla vita e sul destino dell’uomo, sul divenire dell’umanità attraverso la storia, che egli andava annotando frequentemente nelle pagine dello Zibaldone.
L’uomo ama e desidera quello che non ha limite, odia e rifiuta il sensitivo, di cui conosce e individua l’esiguità. A risolvere la contraddizione tra il desiderio dell’illimitato e la realtà contingente e limitata, che quel desiderio non potrà mai appagare, interviene l’opera dell’immaginazione e delle illusioni: il fondamento dell’ispirazione de l’Infinito. A soddisfare quell’intima esigenza dell’uomo, la natura concorse con la varietà e l’indefinità. Il vario, l’indefinito, il misterioso di un paesaggio naturale, di un cielo parzialmente ricoperto da nubi in movimento, la visione di un orizzonte, contemplato da un angolo, infondono sentimenti indefiniti e piacevolissimi. L’ispirazione degli Inni aveva attinto copiosamente alla squisita sensibilità leopardiana che, di fronte agli spettacoli naturali, si commuoveva incomparabilmente, vibrando con incontaminata schiettezza. L’aspirazione era radicata nell’animo del Leopardi, trascendendo limiti di spazio e di tempo, così come l’ammirazione per le antiche epoche dell’umanità e in particolare per quella biblica dei Patriarchi.

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